Domenica 24 marzo, tra i colori scuri di Torino e il caldo di un marzo da strapazzo, si è tenuto il concerto di Ermal Meta al Teatro Colosseo. Il cantante si è esibito con i GnuQuartet in uno dei teatri più nuovi della città piemontese. Il gruppo composto dal solista, nonché cantautore, un flauto traverso, un violino, una viola e un violoncello si è esibito per due ore con un pubblico estasiato. Lo stesso Ermal si è spostato più volte sul palco tra lo sgabello con la chitarra al pianoforte.
La canzone di apertura è stata Voce del verbo, a seguire le parole strazianti di Lettera a mio padre.
Le voci rotte dal pianto e dall’emozione non sono state poche e questo per i testi delle canzoni, per la voce di Ermal, la melodia unita di più strumenti ad arco e uno a fiato hanno reso il concerto uno spettacolo intimo.
Dall’Alba al Tramonto è stata la canzone, del nuovo album Non abbiamo armi, che ha rallegrato gli animi degli spettatori perché proprio come ha detto Ermal nell’arco del concerto ad un padre - accompagnatore della figlia minorenne - “non scrivo solo canzoni tristi”.
Le canzoni sono state infatti intervallate da momenti di piacevole chiacchierata. Ermal ha parlato al pubblico scherzando, ridendo, spiegando le motivazioni dietro ad alcune canzoni.
Come Due lacrime, sesta canzone nella scaletta del concerto, la cui prima strofa è stata cantata e commentata in maniera ironica dallo stesso cantautore.
Piccola anima, brano da pelle d’oca è stato cantato dai fans con il sottofondo dei musicisti. Ermal lasciando cantare la prima strofa ha permesso ad ogni persona presente nel teatro di sfogare e scivolare fuori ogni sentimento nascosto. Perché la musica ha un potere enorme, è un linguaggio universale. Ogni persona presente su questa Terra può riconoscersi nella musica, può ispirarsi con essa e parlare attraverso essa. La forza del pubblico nel cantare Piccola Anima ha dimostrato che ogni anima non è mai piccola, proprio come dice Ermal Meta.
Parlare del dolore straziante delle persone sottomesse ad una guerra non è facile. Il pubblico ha accompagnato la voce di Ermal nella canzone Non mi avete fatto niente, sedicesima canzone nella scaletta della serata, vincitrice di Sanremo 2018.
Parlare di come combattere una guerra senza armi non è assolutamente facile, ma la musica riesce sempre a trovare il suo corso e così Ermal (con Fabrizio Moro) è riuscito a parlarne e far cantare a squarciagola ogni parola agli spettatori.
E infine con Amara terra mia, ultima canzone della serata, di Domenico Modugno, Ermal ha detto arrivederci ai suoi fans, ringraziandoli per questi anni trascorsi insieme.
“Addio, addio amore, io vado via
Amara terra mia, amara e bella”
La canzone di apertura è stata Voce del verbo, a seguire le parole strazianti di Lettera a mio padre.
Le voci rotte dal pianto e dall’emozione non sono state poche e questo per i testi delle canzoni, per la voce di Ermal, la melodia unita di più strumenti ad arco e uno a fiato hanno reso il concerto uno spettacolo intimo.
Dall’Alba al Tramonto è stata la canzone, del nuovo album Non abbiamo armi, che ha rallegrato gli animi degli spettatori perché proprio come ha detto Ermal nell’arco del concerto ad un padre - accompagnatore della figlia minorenne - “non scrivo solo canzoni tristi”.
Le canzoni sono state infatti intervallate da momenti di piacevole chiacchierata. Ermal ha parlato al pubblico scherzando, ridendo, spiegando le motivazioni dietro ad alcune canzoni.
Come Due lacrime, sesta canzone nella scaletta del concerto, la cui prima strofa è stata cantata e commentata in maniera ironica dallo stesso cantautore.
Piccola anima, brano da pelle d’oca è stato cantato dai fans con il sottofondo dei musicisti. Ermal lasciando cantare la prima strofa ha permesso ad ogni persona presente nel teatro di sfogare e scivolare fuori ogni sentimento nascosto. Perché la musica ha un potere enorme, è un linguaggio universale. Ogni persona presente su questa Terra può riconoscersi nella musica, può ispirarsi con essa e parlare attraverso essa. La forza del pubblico nel cantare Piccola Anima ha dimostrato che ogni anima non è mai piccola, proprio come dice Ermal Meta.
Parlare del dolore straziante delle persone sottomesse ad una guerra non è facile. Il pubblico ha accompagnato la voce di Ermal nella canzone Non mi avete fatto niente, sedicesima canzone nella scaletta della serata, vincitrice di Sanremo 2018.
Parlare di come combattere una guerra senza armi non è assolutamente facile, ma la musica riesce sempre a trovare il suo corso e così Ermal (con Fabrizio Moro) è riuscito a parlarne e far cantare a squarciagola ogni parola agli spettatori.
E infine con Amara terra mia, ultima canzone della serata, di Domenico Modugno, Ermal ha detto arrivederci ai suoi fans, ringraziandoli per questi anni trascorsi insieme.
“Addio, addio amore, io vado via
Amara terra mia, amara e bella”
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